Ami qualcuno? Dicono che la gioia più grande sia vederlo felice. Felice come sono io ora, appena tornata da un weekend a Venezia che non scorderò mai più. Ma, lasciate che vi racconti tutto dall’inizio. Avete presente il tipo di donna attenta ai dettagli, con i capelli sempre in ordine e i vestiti dai colori perfettamente abbinati? Ecco, per immaginarvi come sono io dovete pensare all’esatto contrario.
Fergus invece è un uomo molto romantico, preciso e (secondo i miei standard) esageratamente ordinato. È stato lui a organizzare la nostra fuga a Venezia. Da quando conviviamo, la vita è diventata frenetica e il tempo che una volta ci prendevamo per noi presto è stato fagocitato dalle piccole incombenze della vita di tutti i giorni.
Colazione al Caffè Florian
Abbiamo lasciato il clima umido della Scozia di sera e, complice lo scalo ad Amsterdam, siamo arrivati a Venezia di prima mattina, quando il sole inizia a scaldare la città e le sue calli iniziano a riempirsi di lavoratori e turisti alla ricerca della foto perfetta. Dopo aver portato i bagagli in hotel, ci siamo diretti subito verso Piazza San Marco. Da quando siamo partiti non avevamo più mangiato niente e presto il nostro stomaco ha iniziato a farsi sentire. Abbiamo deciso dunque di fermarci a fare colazione al Caffè Florian.
Mi sono trovata ad accarezzare il tessuto del divano turchese su cui ero seduta. Specchi decorati a mano, eleganti dettagli di vetro e parquet intarsiato tutt’intorno a me. Di solito non sono una persona molto attenta; qui però l’eleganza qui regna sovrana. Mi trovo nella Sala Liberty del Caffè più antico d’Italia.
Non curante della dieta, ordino una buona cioccolata calda e una selezione di pasticceria per iniziare al meglio questa giornata.
Fergus, che nel frattempo si è allontanato per fare una telefonata, torna sfoderando un bel sorriso. Gli chiedo quale sia il motivo di questa gioia. Mi dice che è davvero felice di trascorrere un po’ di tempo con me. E lo sono anche io.
Cioccolata e pasticcini sono arrivati. «Quanto tempo è passato da quando ci siamo parlati la prima volta?».
4 anni e 8 mesi, non potrei mai dimenticarmelo! Eravamo entrambi a Venezia per un viaggio aziendale: stavo per scivolare nel tentativo di salire senza aiuti sul taxi acquatico, quando la forte mano di Fergus mi ha afferrata, evitandomi una spiacevole caduta.
La solita sbadata
Scoppio a ridere al ricordo della scena e faccio cadere della cioccolata sulle gambe, sporcando i pantaloni. «Sempre la solita», mi dice portandosi la mano tra i capelli.
Chiamo il cameriere che gentilmente mi porta un altro tovagliolo per pulirmi. Noto però che dentro al tovagliolo c’è un foglio azzurro. Riconosco la grafia di Fergus: “Seguimi”.
Lo guardo senza capire. Mi prende per mano e mi porta fuori dal locale.
Marry me at Florian
L’orchestra del Florian sta suonando una melodia frizzante, come l’aria di questa mattina. Guardandomi intensamente negli occhi mi dice che è stata proprio la mia sbadataggine a farlo innamorare di me. Poi si inginocchia davanti a me. Resto pietrificata. Un cameriere mi porta un enorme mazzo di rose rosse, mentre un altro appoggia sul tavolo una torta a forma di cuore.
Sulla torta, una scritta di cioccolato: “Mi vuoi sposare?”
Sono davvero senza parole. Davanti a tante persone che ci guardano, con i pantaloni sporchi di cioccolato… che imbarazzo!
«Si, lo voglio». Fergus mi infila dolcemente l’anello al dito e ci scambiamo un tenero bacio. Sarò presto sua moglie.